Il disturbo d’ansia generalizzata è una malattia associata ad ansia e preoccupazioni eccessive, che possono incidere notevolmente sulla vita personale, familiare e lavorativa di chi ne soffre. Per una diagnosi corretta, questa condizione di apprensione deve presentarsi per la maggior parte delle giornate e per un periodo continuativo di almeno 6 mesi1 (DSM-V). Questa patologia colpisce il 3,7% della popolazione mondiale1 ed è più diffusa nei Paesi ad alto reddito2.
In Italia il disturbo d’ansia generalizzata ha un impatto elevato:
Questo disturbo si manifesta attraverso una preoccupazione sproporzionata rispetto alla norma e crea una sofferenza continua che ha forti ripercussioni sulla quotidianità3.
Chi ne soffre convive con uno stato continuo di apprensione e tensione: la preoccupazione eccessiva viene riversata su diversi ambiti e situazioni della vita, della persona stessa ma anche dei suoi cari e può riguardare la salute, gli aspetti finanziari, ma anche le performance lavorative o scolastiche. È uno stato di allarme cronico, di continua apprensione, una costante attesa che succeda qualcosa di negativo.
Il disturbo d’ansia generalizzata ha un’evoluzione cronica, con un’alternanza tra fasi di miglioramento e peggioramento ed è comunque considerato un disturbo di lunga durata1.
Chi soffre di questo disturbo d’ansia, a causa dei sintomi fisici che lo caratterizzano non pensa di avere un disturbo mentale. Si rivolge pertanto al medico, o a uno specialista, per cercare di risolvere proprio questi sintomi e in molti casi la consulenza psichiatrica viene richiesta solo in un secondo momento, dopo che le analisi cliniche e strumentali non hanno portato a diagnosi specifiche.
In molti casi, tuttavia, prima che si giunga ad una diagnosi psichiatrica e quindi alla sua gestione clinica, molte delle persone che ne soffrono iniziano a far un uso improprio di alcol o di farmaci (ansiolitici, antidolorifici, stimolanti o ipnotici), come automedicazione, che possono indurre la comparsa di ulteriori problemi.
Si stima che il 71% dei casi non sia stato identificato dai medici di base e una delle cause è la forte sovrapposizione dei sintomi con quelli di altri disturbi d’ansia e disturbi dell’umore.4
Grazie a una cura farmacologica e al supporto delle persone care e di professionisti, i sintomi dell’ansia possono essere gestiti per migliorare la qualità di vita di chi ne soffre.5
Chi soffre di un disturbo d’ansia come quello dell’ansia generalizzata, non riesce a controllare gli stati fisici e psichici che la investono. Come per altre patologie anche da questi disturbi è possibile guarire. Ma per fare questo, oltre alle diagnosi corrette e alle cure adeguate, è importante la rottura dei pregiudizi da parte degli altri.
Frasi e comportamenti generati con facilità e dettati dalla poca conoscenza della patologia.
Per questo è importante una corretta informazione… per poter “rompere” sia i pregiudizi sia l'isolamento nel quale queste persone, e i loro cari, vivono.
La schizofrenia è un disturbo psicotico, spesso di lunga durata, che può portare a evidenti alterazioni nella percezione della realtà da parte della persona che ne è affetta e rappresenta una delle prime 10 cause di disabilità in tutto il mondo1.
In Italia la schizofrenia ha un impatto elevato:
Questa malattia si manifesta con sintomi positivi e negativi.
Con “positivi” non si intendono sintomi “piacevoli”, bensì manifestazioni eccessive rispetto a un comportamento normale: agitazione e tensione, allucinazioni, idee deliranti, disturbi del pensiero, disturbi della percezione del sé e sensazione di essere controllati dall’esterno.
Con «negativi» si intendono sintomi che esprimono una mancanza rispetto alla norma: mancanza di motivazione, vuoto interiore, abbattimento, scoraggiamento e disperazione, ripiegamento in se stessi, impoverimento dei contatti, impoverimento dell’eloquio, disturbi di concentrazione5.
La schizofrenia non è rara: circa una persona su cento ne sperimenta nella propria vita almeno un episodio. La sua gravità e l’andamento variano molto da un individuo all’altro e nelle diverse fasi del suo decorso possono predominare sintomi positivi o negativi. Ma quando è associata ad abuso di alcol e sostanze stupefacenti, presenta un maggiore rischio di manifestazioni psicotiche e un peggiore andamento clinico5.
La sua causa è ancora oggi sconosciuta, ma vi è una forte evidenza di componenti genetiche e ambientali. È accertato però che non esiste un unico fattore scatenante, ma devono concorrere diversi elementi perché si manifesti. Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono solo eventi negativi, come un lutto o la separazione da una persona cara, a influire sulla manifestazione della malattia. Anche eventi gioiosi come un matrimonio o la nascita di un figlio possono diventare fattori scatenanti, così come lo “stress cronico” derivante, per esempio da un sovraccarico lavorativo5.
I sintomi spesso non vengono immediatamente riconosciuti ma una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo migliorano l’andamento della malattia.
La diagnosi si basa sui sintomi e sul decorso della malattia e il trattamento consiste:
È decisivo il colloquio approfondito con uno specialista ed è fondamentale il ruolo della famiglia nell’osservazione del comportamento del paziente.
La schizofrenia è una malattia e come tale va compresa e rispettata.
Ma ancora oggi le persone che ne sono affette e i loro cari subiscono spesso il peso dei pregiudizi degli altri. Per questo è importante che tutti siano correttamente informati per rompere questi pregiudizi e l'isolamento nel quale le persone con schizofrenia e le loro famiglie vivono, così da sostenerli nel percorso di terapia7.
La depressione rappresenta una condizione clinica grave e invalidante al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la identifica come la causa principale di disabilità in tutto il mondo.
Oggi le persone che ne soffrono a livello mondiale sono oltre 300 milioni e si stima che nel 2030 questa malattia sarà la più diffusa.1
In Italia la depressione ha un impatto elevato soprattutto nella popolazione adulta e tra gli anziani:
La depressione è associata a sintomi come tristezza, smarrimento, malinconia, perdita di piacere, di interesse e di energia, variazioni dell’appetito e del sonno, difficoltà nella concentrazione, pensieri negativi e pessimisti su se stessi, gli altri e il proprio futuro e - nei casi più critici - può portare al suicidio.2
Questo disturbo può colpire chiunque, ma diversi fattori sociali e biologici possono aumentarne il rischio di sviluppo. Anche esperienze stressanti come una malattia, la disoccupazione o un lutto possono essere una delle cause determinanti questa patologia.3,4
La depressione colpisce le persone in diversi modi, ma è molto di più di un semplice “sentirsi giù” per un breve periodo. È una condizione clinica che si protrae nel tempo che può persistere per settimane, mesi o anni.4
Tutti i sintomi hanno un notevole impatto sulla vita quotidiana perché toccano la sfera:
La depressione è una malattia come altre, deve essere diagnosticata da un medico e può essere curata.
I suoi sintomi possono essere infatti trattati efficacemente con una combinazione di diverse terapie, che possono includere farmaci, counselling, supporto sociale, esercizi e tecniche di auto-aiuto.5
Nonostante ciò, non tutte le persone che ne sono affette ricevono una terapia adeguata o persino una diagnosi precoce. Inoltre, per molte persone, può essere particolarmente difficile riconoscere la propria condizione oppure, quando se ne è coscienti, può essere altrettanto difficoltoso parlarne e chiedere aiuto a causa dello stigma e dei pregiudizi esistenti.6
Il supporto da parte di amici o familiari è fondamentale: coloro che sono vicini alla persona con depressione sono nella posizione di poterla incoraggiare a cercare aiuto consultando un medico per ricevere consigli e supporto.5